Borse e indice della paura
Borse e indice della paura: le borse prevedono gli attacchi terroristici? Possibile che siano solo coincidenze?
Premessa
Per capire il legame tra borse e indice della paura dobbiamo fare una piccola premessa. L’economista Stefano Fugazzi ha recentemente pubblicato un articolo che sta facendo molto discutere. Fugazzi ha tentato di studiare meglio l’indice della paura (che tra poco spiegheremo cos’è) e ha scoperto un curioso legame tra tale indice e i seguenti attentati:
– attentati a Parigi del 13 novembre
– attacco a Charlie Ebdo a gennaio
– bombe a Londra nel 2005
– attentati a Madrid nel 2004
– 11 settembre 2001.
Cosa ha scoperto in parole povere? Che l’indice della paura, cioè quello che misura la volatilità di Wall Street, ha evidenziato alcune tensioni sui mercati circa una settimana prima di ciascuno di questi attentati. Coincidenze?
Che cos’è l’indice della paura
Borse e indice della paura, vediamo di capirci qualcosa in più. Tale indice, chiamato per brevità Vix è l’indice che misura la volatilità di Wall Street attraverso le opzioni. Detto in altre parole l’indice della paura ci indica appunto con quale violenza ci si aspetta che i prezzi si spostino in un futuro molto prossimo. Il che significa che quanto più è alto questo indice tanto più alta è la paura che la borsa faccia registrare sbalzi velocissimi. Gli sbalzi più impattanti e violenti sono quelli ribassisti. Per questo si chiama indice della paura.
Cosa ci ha raccontato Fugazzi
Con queste due necessarie premesse ora possiamo cercare di capire meglio lo studio di Fugazzi. Ha scoperto, con il sostegno di alcuni grafici e numeri, che l’indice della paura, nei giorni immediatamente precedenti agli attentati segnalati, è salito. Un altro filo rosso tra quelle seduete di borsa è che nel giorno successivo agli attentati il VIx è tornato ad un livello inferiore a quello della seduta precedente. L’unico caso in cui queste cose non si sono verificate è stato in occasione dell’11 settembre. Piccolo particolare però: tali eventi si verificarono prima che Wall Street aprisse.
Casi e coincidenze? Forse
Questo studio sta facendo molto rumore perché è chiaro che, se non si tratta di coincidenze, le implicazioni sarebbero davvero spaventose e criminali. Alcuni analisti pur cercando di spiegarsi il fenomeno con ragioni meramente economiche, non possono però fare a meno di notare la singolare regolarità con cui il fenomeno si è ripetuto. Potrebbe semplicemente trattarsi di un meccanismo usuale della borsa, sintetizzato dallo slogan “compra sulle voci, vendi sulla notizia”. Ma resta comunque un legame inquietante.
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