Paradisi fiscali e società offshore
Se ne parla tanto in questi giorni. Vediamo, dunque, di capire cosa sono i paradisi fiscali e le società offshore
Paradiso fiscale
Cos’è un paradiso fiscale? In parole molto semplici si intende un paese in cui il livello di tassazione è molto basso. In realtà questo è solo uno degli aspetti, perché un paradiso fiscale è qualcosa di molto più strutturato. Certo, tasse più basse, ma anche riservatezza, segretezza, mancanza di scambio di informazioni e sistema bancario non proprio trasparente. Nella stragrande maggioranza dei casi questi paradisi fiscali si localizzano sulle isole. Separatezza geografica e basso numero di abitanti li rende la location perfetta per avere una bassa tassazione e una estrema voglia di attirare capitali stranieri e flussi finanziari dal resto del mondo
Conto offshore
E invece con conto offshore cosa intendiamo? In pratica è una società creata proprio in uno di questi paradisi fiscali. Sia chiaro che, di per sé, non è una cosa illegale. Ma lo diventa quando non la si dichiara al proprio fisco e non si pagano le tasse nel paese in cui l’effettiva attività ha luogo. I motivi per cui si apre un conto offshore possono essere molteplici. Senza prendere in considerazione quello del voler riciclare denaro, vi si ricorre soprattutto per:
– occultare utili
– occultare proprietà.
Quali sono i maggiori paradisi fiscali
Non sono pochi i paradisi fiscali. Oltre a Panama, di cui tanto si parla, le località più note comprendono posti come Antigua, Isole Vergini, Barbados, Isole Marshal, Vanuatu, Nuova Caledonia, Belize. Impossibile citarle tutte. Si può dire però che vi è un elenco che comprende 46 paesi. Si tratta di una lista che il Ministero dell’Economia italiano ha redatto e che comprende quei paesi che, non solo hanno un sistema fiscale particolarmente vantaggioso, ma soprattutto si rifiutano di collaborare con il fisco italiano in materia di scambi di informazioni e di accertamenti. Fino a poco tempo fa in questa lista c’erano anche Svizzera e Lussemburgo che, avendo accettato una serie di regole, ne sono ormai usciti.
Il caso Panama Papers ha portato di attualità l’argomento portandosi anche a chiedere come si apra un conto offshore. Di quali complicità ha bisogno? In realtà, come dicevamo, se si dichiara al fisco la cosa non ha di per sé elementi di illegalità. Inmaniera molto semplice ci sono società nate proprio per questo e che aprono e gestiscono conti offshore per conto terzi.
Se una azienda X produce e vende un bene e guadagna, su quel guadagno dovrebbe pagare le tasse. L’azienda X per pagare meno tasse può aumentare i costi in maniera fittizia. Come? Creando un’azienda X offshore in un paradiso fiscale. L’azienda X Panama è gemella della X Italia ma, essendo gemella “costringe” la sede italiana a pagare una quota ogni volta che vende un prodotto. Quindi il prodotto viene a costare di più. Ma è tutto fittizio.
I commenti sono chiusi