Forex e tassazione
Forex e tassazione. Un argomento forse spiacevole ma, su cui, è meglio avere informazioni chiare
Quadro generale
Perché parlare di forex e tassazione? Perché, forse, il fatto che sia così relativamente semplice operare su quello che è un mercato valutario importantissimo, fa dimenticare che c’è pur sempre un aspetto di tassazione e fisco. Non dimentichiamo mai che il forex fa girare miliardi in transazioni e che dietro questa parola ci sono banche, imprese, governi e molto altro. Il mercato del cambio valuta, ricordiamocelo, genera guadagni sui quali c’è una tassazione.
Tasse
Per questo vogliamo parlare di forex e tassazione, almeno per quanto riguarda l’Italia e prendendo in considerazione, in modo particolare, quelli che sono gli attori più piccoli di questo mercato, cioè i lettori di questo blog. In Italia l’Agenzia delle Entrate ha spiegato cosa accade in tal senso citando l’art 67 del TUIR che regola la tassazione delle plusvalenze e minusvalenze del forex. In pratica tutte le rendite che si hanno grazie alla compravendita sul forex, per l’Agenzia delle Entrate sono equivalenti a tutte le altre plusvalenze finanziarie. In sostanza la eventuale plusvalenza che le persone fisiche ottengono alla fine della giornata di contrattazioni va indicata nella dichiarazione dei redditi. Vi è poi una risoluzione specifica, di cui è bene parlare con un commercialista, che riguarda proprio la tassazione dei redditi diversi di natura finanziaria derivanti da compravendite di valute estere sul Foreing Exchange Market.
Forex e tassazione dunque anche per sapere che per il fisco ci sono due tipologie di contratto:
– spot
– rollover
Lo spot e la sua tipologia di compravendita fa parte delle plusvalenze derivanti dalla differenza in positivo di contratti definiti aleatori. Per tale motivo devono essere dichiarate con il modello UNICO. I Rollover vengono considerati come contratti differenziali e quindi tassati. La legge italiana specifica sul forex impone che il trader paghi le tasse sulla differenza tra gli utili e le perdite fatte durante l’anno fiscale. In pratica sono le tasse che si pagano sul guadagno netto, chiamato anche capital gain.
Aliquota
Ricordiamo che tale aliquota è cambiata, e non di poco, nel corso di pochi ani. Si è passati da un 12,5% alla fine del 2011, al 20% del 2012 al 26% del dl 66 del 24-04-2014.
Chiaro che la tessa vanno pagate qualora ci sia un guadagno. Quando invece ci sono delle perdite tali minusvalenze possono essere dichiarate per poterle compensare con eventuali future plusvalenze. È quello che si chiama zainetto fiscale e che consente tale compensanzione fino a quattro anni dalla perdita.
Regime fiscale
Una cosa che vogliamo ricordare in tema di forex e tassazione è il regime fiscale che chi opera in forex può scegliere. Sostanzialmente la scelta può essere tra:
– regime dichiarativo
– regime amministrativo
Con il primo si intende che sia il singolo trader a dichiarare il reddito. Il secondo è quello per cui è il broker a calcolare e a versare le tasse dovute per conto del singolo trader.
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